CATALOGHI E LIBRI

LUGLIO / AGOSTO 2022

LA FOTOGRAFIA COME MEDIUM ESTENDIBILE

Negli ultimi anni Mauro Zanchi ha curato, con altri, al museo BACO - Base arte contemporanea odierna di Bergamo da lui diretto, tre mostre sulla “metafotografia” (Dentro e oltre il medium nell’arte contemporanea, 2019; Le mutazioni delle immagini, 2020; Imagomorfosi e altre ricerche, 2021). I titoli rimandano a temi presenti in questo libro, che spazia dalla fotografia “spiritica” al cinema di grandi autori, attraverso molteplici declinazioni. I sette saggi si pongono come tentativo di «ripensare i limiti e le logiche» dell’immagine fotografica del nostro tempo. Uno dei fili conduttori è la ridefinizione di “immagine” in luogo di “fotografia”, considerato che i nuovi mezzi ci stanno conducendo da tempo in una sorta di «iconosfera». Difficile anche solo sintetizzare i concetti che avallano il progetto. Via via che leggiamo, Zanchi pone molti quesiti; alcuni trovano risposta, altri costituiscono, immaginiamo, un punto di partenza per approfondimenti e ulteriori speculazioni. Intanto, anche chi non è pratico potrà familiarizzare con espressioni come “metafotografia”, “oltrefotografia” (da distinguere, scrive l’autore, da “iperfotografia”), “oltremedium”, “imagomorfosi”.


Mauro Zanchi Postmedia, Milano 2022 162 pp., 63 ill. b.n. € 16,90

INCONTRI. CORRISPONDENZA 1939-1969

Il carteggio di Roberto Longhi (1890-1970) con Giuliano Briganti (che nel 1992 ci ha lasciato troppo presto, a settantaquattro anni), è frammentario e spesso privo di date. Trenta missive del maestro, trentasei del più giovane, ci riportano a episodi di formidabile intensità, non solo per chi abbia avuto il privilegio di frequentarli. Una volta aperto lo scrigno – lo sa bene Laura Laureati che lo ha dischiuso per questo libro – non si vuol più risigillarne il coperchio. Primo documento è un telegramma. 7 agosto 1939: «Arriverò domani Assisi = Roberto Longhi». Un viaggio, questo, per rivedere i giotteschi, forse con gli allievi, chiarito dalla curatrice che lettera dopo lettera ha ritessuto la trama degli incontri fino al 1969, anno dell’ultimo messaggio. Si gode dell’eloquio erudito, talvolta ironico, dei due finissimi autori. E si torna indietro, ai tempi delle loro indagini su artisti celebri o altri da loro riscoperti, dei libri e dei saggi da pubblicare, delle nuove riviste, dei buoni propositi di Briganti di non sparire come ogni tanto faceva, dei consigli di Longhi, delle rivalità (mai fra di loro), delle tante amicizie, non solo con i colleghi. Oltre trecento i personaggi citati o in qualche modo coinvolti, e ogni episodio è chiosato da Laura Laureati con fonti anche inedite, mai per mera aneddotica; come quando riconosce in modo definitivo a Briganti un divertente gioco di attribuzioni sfociato nel 1950, sul primo numero di “Paragone”, in un indovinello a premi. Lo aveva inventato il giovane Giuliano nello studio di Longhi, nel 1941, come antidoto alle angosce della guerra, mentre il geniale Alberto Graziani, allievo prediletto di Longhi, era stato richiamato alle armi (morì nel 1943, a ventisette anni). Briganti ritagliava pezzettini di fotografie di dipinti, i più disparati, e ne faceva un collage, che poi mostrava come quesito al maestro, o inviava a Graziani soldato. Quello pubblicato nel 1950 era un’inverosimile accozzaglia da Veronese, Carpaccio, Tiziano, Van Baburen che Briganti aveva combinato con tanta accortezza da far sembrare l’insieme come un quadro vero. Indovinò un solo lettore… La quantità di notizie qui ricostruite dalle lettere sopravvissute fa rimpiangere una storia dell’arte già allora non più pionieristica ma neppure rigidamente accademica: vite intrecciate all’arte e dense di passioni. Ricca la bibliografia e utile l’elenco finale dei personaggi.


Giuliano Briganti, Roberto Longhi Archinto, Milano 2021 208 pp. € 18

ANTONIO CANOVA. LA VITA E L’OPERA

Quasi seicento pagine, che sorprendono per dovizia di notizie su Antonio Canova (Possagno, Treviso 1757 - Venezia 1822), il più grande scultore dei suoi tempi, il più celebre, e più grande dell’arte italiana, dopo Donatello e Michelangelo. E a proposito di Donatello, torneremo presto a parlare, ne vale la pena, dell’impeccabile catalogo (Marsilio Editore) della mostra fiorentina curata da Francesco Caglioti a palazzo Strozzi. Dunque, Canova. Francesco Leone, coordinatore del Comitato di studio della gypsoteca e Museo Antonio Canova di Possagno, e membro del Comitato per l’Edizione nazionale delle opere dello scultore veneto, ha scritto questa biografia con apparente levità, nel senso che non vi troviamo difficoltà linguistiche, passi oscuri che potrebbero ostacolare la lettura di chi non sia avvezzo al linguaggio specialistico. Resta che, se anche il largo pubblico, leggendo questo libro, si appassionerà alla biografia di Canova, alle sue celebri, impeccabili sculture, ai suoi schizzi neoclassici, alle sue imprese vittoriose nel campo del recupero delle opere trafugate da Napoleone, gli studiosi non potranno prescindere, d’ora innanzi, da questo ricco excursus che offre aperture inedite, e tiene conto della bibliografia più aggiornata sulle problematiche canoviane. Leone ci inoltra nel mondo dello scultore di Possagno (morto a Venezia dopo una fastidiosa malattia), partendo dalla sua fortuna critica, o meglio, parziale sfortuna. Dopo l’immensa fama e l’agiatezza ottenute nel corso della sua carriera, partita da modestissime origini nel Trevigiano, e un’infanzia e adolescenza sotto la tutela di un nonno quasi aguzzino, Canova conobbe, nel Novecento, aspre condanne ai limiti della calunnia. Il più raffinato critico del Novecento, Roberto Longhi, autore anche della ben nota stroncatura di un pittore come Giovanni Fattori, fu implacabile, quando nel suo Viatico per cinque secoli di pittura veneziana (1946) accennò «agli svarioni cimiteriali di Antonio Canova, lo scultore nato morto». Per il grande critico, da quel momento, «l’arte italiana, per più di un secolo, è finita». Anche Cesare Brandi ci andò giù pesante, quando definì «pietrificate» le sculture di Canova. Poi, finalmente, vennero gli studi di Hugh Honour e degli altri, fino alle celebrazioni di quest’anno canoviano.


Francesco Leone Officina Libraria, Milano 2022 594 pp, 271 tavv. colore e b.n. € 45


VIAGGI A ORIENTE FOTOGRAFIA, DISEGNO, RACCONTO

Da tempo in attesa di pubblicazione, escono in questo volume imponente, documentato da un inedito apparato iconografico, gli studi di Arturo Carlo Quintavalle su viaggiatori e fotografi nel XIX secolo, in quel vasto affascinante territorio, culla di civiltà, qui definito l’“Oriente Medio”, che «vuol dire l’Impero Ottomano, vuol dire la conquistata indipendenza della Grecia, vuol dire il progressivo sfaldarsi di un sistema che comprendeva tutto il bacino orientale del Mediterraneo dall’Egitto alla grande Siria, alla Turchia alla Palestina». Quella dello studioso di Parma, che quei luoghi conosce bene, per averli visitati a più riprese, macchina fotografica a tracolla, è una notevole ricognizione (impreziosita dal catalogo delle opere di Claudia Cavatorta e Paolo Barbaro) sulla fotografia “esotica”, il viaggio e “il racconto” di scrittori – da Chateaubriand a Victor Hugo, da Gérard de Nerval a Pierre Loti, corredata anche di disegni e incisioni precedenti alla nascita della fotografia. Le premesse alle mirabili campagne dei fotografi occidentali nel bacino VIAGGI A ORIENTE FOTOGRAFIA, DISEGNO, RACCONTO del Mediterraneo orientale risalgono almeno al 1799, ai tempi della colossale spedizione napoleonica in Egitto. Nata con ambizioni espansionistiche, ebbe pure dichiarati intenti di indagine scientifica e di documentazione iconografica: celebri le raffigurazioni di Napoleone al cospetto della piramide di Giza semisepolta dalla sabbia, le incisioni con i “tecnici” che la misurano. Poi vennero le fotografie, e le raffigurazioni, pittoresche e non, di siti archeologici, paesaggi, atmosfere. Molti furono gli atelier di fotografi occidentali al Cairo, Atene, Beirut, Damasco. Scorrono, nel libro, le immagini realizzate dai francesi, come quelle dell’atelier familiare dei Bonfils a Beirut, ma anche da numerosi fotografi inglesi, tedeschi, greci, italiani. Fotografie che tenevano conto degli interessi di artisti, scrittori, viaggiatori, archeologi. Erano, quelli degli europei, lunghi viaggi che avevano esteso il consueto Grand Tour “archeologico” verso Roma, la Magna Grecia e i luoghi della Grecia antica, ai territori cari al monoteismo del Mediterraneo orientale: ebraismo, cristianesimo in tutte le sue declinazioni, Islam. Una panoramica bellissima, un’indagine rigorosa, che adesso sarebbe da estendere ai primi decenni del XX secolo.


Arturo Carlo Quintavalle Skira, Milano 2021 464 pp., 725 ill. colore e b.n. € 50

ART E DOSSIER N. 400
ART E DOSSIER N. 400
LUGLIO-AGOSTO 2022
In questo numero: FINESTRE SULL’ARTE - La Galleria rinasce con il suo duca di Federico D. Giannini; CORTOON - La corte notte degli Oscar di Luca Antoccia; BLOW UP - Brescia Photo Festival di Giovanna Ferri; DENTRO L’OPERA - Il dipinto come manufatto di Cristina Baldacci; XXI SECOLO - Małgorzata Mirga-Tas nel padiglione della Polonia alla Biennale di Venezia Incantesimi e sortilegi di Elena Agudio; GRANDI MOSTRE. 1 - Louise Nevelson a Venezia. Dare ordine alle cose perse di Lauretta Colonnelli; 2 - O’Keeffe fotografa a Denver. L’altro occhio di Georgia di Francesca Orsi; OUTSIDERS - Joseph Cornell: quanti ricordi entrano in una scatola? di Alfredo Accatino; GRANDI MOSTRE. 3 - Mondrian all’Aja. Parola d’ordine: sperimentare di Paola Testoni de Beaufort; 4 - Canova romantico a Treviso. Ambasciatore del gusto nuovo di Fabrizio Malachin; STUDI E RISCOPERTE. 1 - Canova e il patrimonio culturale. Un negoziatore pragmatico di Valerio Borgonuovo; LA PAGINA NERA - Ma quanto si è spenta la “città irredenta”? di Fabio Isman; MUSEI DA CONOSCERE - Museo Fortuny a Venezia. La casa delle meraviglie di Maurizia Tazartes; GRANDI MOSTRE. 5 - I Farnese a Parma. Tesori di famiglia di Marta Santacatterina; STUDI E RISCOPERTE. 2 - L’invenzione del bello ideale. Zeusi e le modelle di Crotone di Mauro Zanchi; ASTE E MERCATO a cura di Daniele Liberanome; IN TENDENZA - Jan Steen: la febbre del gioco di Daniele Liberanome; IL GUSTO DELL’ARTE - Ritratto di un salume in un interno di Ludovica Sebregondi; CATALOGHI E LIBRI a cura di Gloria Fossi; 100 MOSTRE a cura di Ilaria Rossi;86