Grandi mostre. 3 
MONDRIAN ALL’AJA

PAROLA D'ORDINE:
SPERIMENTARE

A centocinquant’anni dalla nascita di Mondrian, il Kunstmuseum Den Haag, custode della più grande collezione dell’artista olandese, gli dedica una retrospettiva che ripercorre la sua intera parabola creativa e che mette in luce la preziosa eredità culturale lasciata ai suoi successori.

Paola Testoni De Beaufort

Il 7 marzo 1872 nasceva ad Amersfoort, nei Paesi Bassi, Piet Mondrian, uno dei più grandi protagonisti del XX secolo. Per ricordarlo a centocinquant’anni da quella data, il Kunstmuseum Den Haag all’Aja, che con trecento opere possiede la più grande collezione dell’artista, organizza la mostra Rondom Mondriaan (Intorno a Mondrian) incentrata sulle relazioni che il pittore ebbe nel mondo dell’arte e sul suo lascito culturale. Nel 2017, per il centenario della fondazione del movimento artistico olandese De Stijl, il museo aveva mostrato per la prima volta tutte le opere di Mondrian in un’importante retrospettiva. Oggi, per questo anniversario, vuole raccontare la storia della propria raccolta oltre a indagare sull’influenza che l’artista ebbe nei confronti dei suoi successori.


Cresciuto in una famiglia numerosa di stretta osservanza calvinista dell’Olanda centrale, Mondrian venne incoraggiato, sin da bambino, a dedicarsi alla pittura sotto gli insegnamenti del padre – artista dilettante ma entusiasta e qualificato – e poi dello zio, l’abile pittore Frits Mondrian, che ebbe grande ascendente sul giovane. Dopo essersi diplomato all’Accademia di belle arti di Amsterdam nel 1895 e aver seguito corsi serali per perfezionare il disegno, Piet comincia a praticare la pittura nel tempo libero, prediligendo opere di carattere agreste che spesso raffiguravano la campagna dei dintorni della sua abitazione dipinte in uno stile postimpressionista e naturalistico. Solo nei primi anni del nuovo secolo, pur mantenendo uno stile figurativo, l'artista iniziò a sperimentare usando colori primari, come possiamo vedere nella sua opera Sera del 1908 presente in mostra.

Composizione a losanga con righe gialle (1933), L'Aja, Kunstmuseum Den Haag.


Victory Boogie Woogie (New York, 1942-1944).

Nel 1909 aderì alla Società teosofica, un’organizzazione spiritualistica che sfociò poi nell’esoterismo ma che all’inizio del XX secolo ruotava ancora attorno agli insegnamenti del buddismo. Affascinato soprattutto dal tema dell’andamento ciclico di morte e rinascita, si convinse a inserire nelle sue opere dei dettagli attinenti alla sfera spirituale, espressi attraverso un meticoloso equilibrio tra forme e colori che lo portò a cimentarsi anche con il puntinismo, ritenuto lo stile di massima precisione per raggiungere l’armonia assoluta.
Dopo aver visto le opere cubiste di Pablo Picasso e Georges Braque in una mostra ad Amsterdam, Mondrian decise di trasferirsi a Parigi dove, tra il 1912 e il 1914, aderì all’astrattismo e cercò di sviluppare uno stile pittorico più personale, iniziando pure a lavorare alle serie, e quindi scegliendo di concentrarsi su un singolo soggetto da sviluppare in diversi dipinti.
Lo scoppio della prima guerra mondiale lo sorprese in visita alla famiglia nei Paesi Bassi dove rimase durante tutto il periodo bellico, concentrandosi sulla riduzione dei colori e sulla minimizzazione delle forme.


SOLO NEI PRIMI ANNI DEL NUOVO SECOLO, PUR MANTENENDO UNO STILE FIGURATIVO, L'ARTISTA INIZIÒ A SPERIMENTARE USANDO COLORI PRIMARI


Creò così un nuovo personalissimo stile astratto, essenziale e geometrico che egli stesso definì neoplasticismo nel primo numero della rivista “De Stijl”, fondata insieme a Theo van Doesburg nel 1917, contemporaneamente all’omonimo movimento artistico.


Paesaggio marino (1909), L'Aja, Kunstmuseum Den Haag;

Theo van Doesburg, Composizione XVII (1919), L'Aja, Kunstmuseum Den Haag.

Tornato in Francia dopo la fine della guerra, Mondrian iniziò a creare dipinti utilizzando solo colori primari e linee rette e intorno al 1925 la sua arte venne finalmente riconosciuta da un pubblico di collezionisti europei e americani che iniziò ad acquistare le sue opere e lo portò alla fama mondiale. A Parigi nel 1929 venne anche in contatto con Nadia Léger e Jan Brz˛ekowski, redattori della rivista franco-polacca “L’Art Contemporain/Sztuka Współczesna”, che si prefiggeva di fare il punto sullo stato dell’estetica e della storia dell’arte dei primi decenni del XX secolo. L’artista continuò a spostarsi frequentemente e, prima della seconda guerra mondiale, si trasferì a Londra (dove conobbe Peggy Guggenheim, che in seguito espose i suoi lavori) per poi proseguire, nel 1940, per New York dove venne subito introdotto nella fiorente scena dell’avanguardia metropolitana.

 
La collezione delle opere di Mondrian del Kunstmuseum dell’Aja abbracciando il suo sviluppo creativo, ci permette di tracciare in maniera dettagliata il suo intero percorso artistico – dai primi paesaggi oscuri alle esuberanti composizioni in stile neoplastico – fino al suo culmine con Victory Boogie Woogie, l’ultimo dipinto ma anche il punto di partenza dell’arte astratta del dopoguerra, ben documentata in mostra da opere di artisti contemporanei come Bridget Riley, Fred Sandback, Rob van Koningsbruggen, Bob Bonies, Isa Genzken e Remy Jungerman.


Ma non solo pittura: la mostra olandese vuole indagare anche altri aspetti dell’arte e della vita di Mondrian, come per esempio la sua passione per la musica. Lo ha fatto commissionando a Steven Brunsmann e Marco Spaventi la composizione di un brano techno che il pubblico può ascoltare durante la visita al progetto espositivo. A questo si aggiunge la creazione di una fragranza ispirata al ritmo e alla dinamica dell’opera Victory Boogie Woogie che si può percepire nelle diverse sale, insieme agli odori degli studi dell’artista ad Amsterdam, Parigi e New York presenti nella permanente dedicata a Mondriaan & De Stijl.

Il secondo tema della mostra è la storia della collezione stessa nata grazie a un nutrito numero di persone che ebbero contatti con Mondrian: a cominciare da Gosschalk e dall’amico d’infanzia Albert van den Briel, che donarono al museo una serie di pezzi importanti, ma il clou è sicuramente rappresentato dalla donazione fatta nel 1971 di quasi duecento oggetti da parte del mecenate e collezionista Salomon B. Slijper, grande amico dell’artista. Proprio quest’acquisizione portò il Kunstmuseum dell’Aja su un piano internazionale e gli offrì, nel 1998, i presupposti per ottenere, in prestito permanente dallo Stato olandese, il famoso ultimo dipinto di Mondrian Victory Boogie Woogie, ispirato ai ritmi frenetici di New York dove l’artista vivrà gli ultimi anni della sua vita fino alla scomparsa nel 1944.


L'albero grigio (1911), L'Aja, Kunstmuseum Den Haag.

Rondom Mondriaan (Intorno a Mondrian)

a cura di Benno Tempel e Caro Verbeek L’Aja, Kunstmuseum Den Haag
fino al 25 settembre 2022 orario 10-17, lunedì chiuso
La mostra è accompagnata da due volumi:
H. Janssen, B. Tempel e L. Wijnia, Piet Mondrian the Man who Changed Everything, L'Aja 2017;
H. Janssen, Piet Mondrian: A Life!, Woodbridge (Inghilterra) 2022
www.kunstmuseum.nl

ART E DOSSIER N. 400
ART E DOSSIER N. 400
LUGLIO-AGOSTO 2022
In questo numero: FINESTRE SULL’ARTE - La Galleria rinasce con il suo duca di Federico D. Giannini; CORTOON - La corte notte degli Oscar di Luca Antoccia; BLOW UP - Brescia Photo Festival di Giovanna Ferri; DENTRO L’OPERA - Il dipinto come manufatto di Cristina Baldacci; XXI SECOLO - Małgorzata Mirga-Tas nel padiglione della Polonia alla Biennale di Venezia Incantesimi e sortilegi di Elena Agudio; GRANDI MOSTRE. 1 - Louise Nevelson a Venezia. Dare ordine alle cose perse di Lauretta Colonnelli; 2 - O’Keeffe fotografa a Denver. L’altro occhio di Georgia di Francesca Orsi; OUTSIDERS - Joseph Cornell: quanti ricordi entrano in una scatola? di Alfredo Accatino; GRANDI MOSTRE. 3 - Mondrian all’Aja. Parola d’ordine: sperimentare di Paola Testoni de Beaufort; 4 - Canova romantico a Treviso. Ambasciatore del gusto nuovo di Fabrizio Malachin; STUDI E RISCOPERTE. 1 - Canova e il patrimonio culturale. Un negoziatore pragmatico di Valerio Borgonuovo; LA PAGINA NERA - Ma quanto si è spenta la “città irredenta”? di Fabio Isman; MUSEI DA CONOSCERE - Museo Fortuny a Venezia. La casa delle meraviglie di Maurizia Tazartes; GRANDI MOSTRE. 5 - I Farnese a Parma. Tesori di famiglia di Marta Santacatterina; STUDI E RISCOPERTE. 2 - L’invenzione del bello ideale. Zeusi e le modelle di Crotone di Mauro Zanchi; ASTE E MERCATO a cura di Daniele Liberanome; IN TENDENZA - Jan Steen: la febbre del gioco di Daniele Liberanome; IL GUSTO DELL’ARTE - Ritratto di un salume in un interno di Ludovica Sebregondi; CATALOGHI E LIBRI a cura di Gloria Fossi; 100 MOSTRE a cura di Ilaria Rossi;86