Il padiglione della Polonia alla Biennale di Venezia con la magnificente installazione di Małgorzata Mirga-Tas – artista e attivista rom-polacca, nata nel 1978 – ha senza dubbio “schivato la noia” di moltissimi dei famelici avventori della kermesse internazionale. I colori sgargianti, le immagini vivide, i materiali di riciclo, il “femmage”(1), l’intenso lavoro di rammendo e di patchwork, la complessa architettura iconografica dell’installazione hanno senza dubbio stupefatto gli occhi e i sensi dei più sensibili visitatori della mostra. La commozione nel vedere per la prima volta un’artista rom rappresentare un padiglione nazionale nei centoventi anni di storia della Biennale ha trovato risonanza e slancio nel sorprendente vigore immaginifico della sua opera. Nella sua visionarietà artistica e nella forza politica dirompente, che celebra ideali di transnazionalità, migrazione, comunanza, trasformazione e femminismo.
L’esposizione Re-Enchanting the World, prendendo a prestito il titolo dalla recente pubblicazione di Silvia Federici (2019), reinterpreta il ciclo di affreschi rinascimentali di palazzo Schifanoia, a Ferrara, da una prospettiva rom e sinti, come suggeriscono i curatori e i testi introduttivi al padiglione pubblicati nel catalogo di Archive Books. L’opera di Mirga-Tas mette infatti in scena un’aspra critica degli stereotipi con cui nei secoli la comunità rom è stata rappresentata, e rappresenta un tentativo di ritrovare il posto degli appartenenti a quella comunità nella storia dell’arte europea.