Grandi mostre. 6
Il Barocco genovese a Genova

I capolavori
della superba

In parallelo alla mostra sul barocco genovese allestita alle scuderie del quirinale di roma, nel capoluogo ligure, a palazzo ducale, ne è in corso un’altra sullo stesso tema. Approfondiamo i contenuti con i co-curatori del progetto espositivo di Genova, arricchito da una serie di rassegne monografiche in musei e chiese della stessa città su alcuni artisti di quell’eccezionale periodo.

Piero Boccardo e Franco Boggero

Per le belle sale dell’Appartamento del doge, elegantemente allestite per l’occasione dall’architetto Corrado Anselmi, abbiamo selezionato una ricca antologia di opere attraverso le quali si può cogliere l’intero sviluppo della pittura genovese nel secolo (e mezzo) del Barocco. In questa rassegna spiccano tutte le personalità di rilievo attive nel capoluogo ligure, e si mettono in luce i caratteri di una scuola nelle sue più varie declinazioni. Una diversità e una complessità di esperienze consentita da una serie di fattori storico-politici, a partire dalla mancanza delgusto ufficiale caratteristico di una corte, per effetto del regime repubblicano della Superba. Tale condizione favoriva una gran libertà di orientamenti, agevolati oltre tutto dalla grande disponibilità economica di molte famiglie del ceto di governo genovese.


GIOVANNI BATTISTA PAGGI, CELEBRATO MAESTRO E VERA FIGURA-CHIAVE ERA RIUSCITO A RIVENDICARE PER I PITTORI UNO STATUS CHE LI LIBERAVA DA VINCOLI DI TIPO CORPORATIVO, RICONOSCENDO LORO IL RUOLO DI INTELLETTUALI


Orazio De Ferrari, La cattura di Sansone (1642 circa), Ascoli Piceno, Pinacoteca civica del Palazzo dell'arengo.

Carlo Antonio Tavella, Riposo nella fuga in Egitto (1715-1725), Genova, Ospedali Galliera.


Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto, Esodo biblico (La carovana) (1635-1637), Rouen, Musée des Beaux-Arts.


Giovanni Battista Paggi, Venere nella fucina di Vulcano (1624).

Il panorama espositivo si apre con Giovanni Battista Paggi, celebrato maestro e vera figura-chiave. Era riuscito infatti a rivendicare per i pittori uno status che li 68 liberava da vincoli di tipo corporativo, riconoscendo loro il ruolo di intellettuali. Dopo un periodo trascorso a Firenze, quando rientrò a Genova venne favorito dalle proprie origini nobiliari nel rapporto con l’aristocrazia locale, e in particolare con quel grande mecenate che fu Giovan Carlo Doria. Grazie all’appoggio di questi, Paggi diede corso a una sorta di cenacolo privato - denominato Accademia del disegno - dove i giovani pittori locali potevano esercitarsi, quasi in gara tra loro, e confrontarsi con i moltissimi dipinti collezionati dal Doria. 


Tra i suoi frequentatori, probabilmente quasi in segreto, era un religioso, il cappuccino Bernardo Strozzi, prima grande espressione di novità locale, del quale si presentano in totale tre opere. Una - Ercole e Onfale - non solo è totalmente inedita, ma con ogni probabilità proviene dalla raccolta di un altro grande collezionista del tempo, Giovan Vincenzo Imperiale. 


Facilitata dalla presenza a Genova di maestri fiamminghi - l’attività di Rubens è evocata in mostra dalla Circoncisione (1605) della vicina chiesa del Gesù - la corrente naturalistica, espressa nella prima metà del secolo da una nutrita serie di pittori locali, è rappresentata da alcuni capolavori che eccezionalmente vengono ora riuniti a Genova provenendo anche da sedi molto distanti (come Sarasota in Florida, Saint Louis nel Missouri), e che nella loro varietà di soluzioni stilistiche danno conto delle tante personali interpretazioni - quella di Fiasella, di Borzone, di Assereto, di Giovan Andrea e Orazio De Ferrari, di Giovanni Battista Carlone - all’interno di un’identica temperie.


Domenico Piola, Sacra famiglia (1668-1672), Parigi, Association diocésaine de Paris.

L’ARRIVO AL PIENO BAROCCO SI HA CON ARTISTI QUALI VALERIO CASTELLO, CON LA SUA SCUOLA, E DOMENICO PIOLA


Una grande sala è dedicata alla produzione dei maestri fiamminghi già evocati, e ai genovesi - Scorza, Castiglione (detto il Grechetto) e Vassallo - che a quelli in diversa misura si rifacevano. Tra le opere esposte meritano di essere citate un’inedita e coloratissima Entrata degli animali nell’Arca di Jan Roos e un capolavoro non abbastanza conosciuto del Grechetto, Esodo biblico (La carovana) del Musée des Beaux-Arts di Rouen. 


L’arrivo al pieno Barocco si ha con le sale dedicate a Valerio Castello e alla sua scuola, a Domenico Piola e a due grandi scultori, il francese Pierre Puget e il genovese Filippo Parodi: proprio dalla felice integrazione di pittura e scultura questa fase trae le sue linfe più originali (mentre al ruolo altrettanto fondamentale giocato in questo contesto da Gregorio De Ferrari è specificamente dedicata una delle iniziative espositive che in città fanno corona alla mostra di Palazzo ducale). In questo senso, il confronto tra la cosiddetta Madonna col Bambino (Madonna Carrega) di Puget e una Sacra famiglia di Piola, che eccezionalmente arriva dalla casa di riposo parigina in cui è stata recentemente individuata, è quanto mai eloquente. 


A questo punto del percorso si apre una sorta di galleria di ritratti, tipologia pittorica caratteristica della produzione genovese fin dai tempi di Rubens e Van Dyck, ma con una connotazione decisamente particolare: effigi di soli bambini, a coprire un arco cronologico di più di un secolo. 


Anche il Settecento è rappresentato dai migliori interpreti. A cominciare da Lorenzo De Ferrari, che riporta entro un canone più classicheggiante le forme esuberanti del padre Gregorio, e di cui viene esposta per la prima volta la grande tela ovale, dedicata alla Madonna del rosario, che appartiene a uno storico ordine conventuale genovese. A quest’opera è contrapposto un monumentale gruppo ligneo policromo di Anton Maria Maragliano, costituito da tre figure - una Madonna immacolata, un San Francesco d’Assisi e un San Bernardino da Siena - riunite, per la prima volta in quest’occasione, dai tempi delle soppressioni ecclesiastiche ottocentesche. 


A seguire, Carlo Antonio Tavella, il maggior interprete genovese della pittura di paesaggio, rappresentato da una grande tela sconosciuta ai più, in quanto fa parte dell’arredo della presidenza degli Ospedali Galliera; e quell’Alessandro Magnasco - genovese per nascita e morte, ma di fatto pittore di dimensione internazionale - che conclude idealmente la rassegna con due tra i suoi quadri più visionari: Refettorio dei frati francescani osservanti di Bassano del Grappa (Vicenza) e Galeotti nel porto di Genova del Musée des Beaux-Arts di Bordeaux, dove la Lanterna di sfondo viene opportunamente a contrassegnare la “genovesità” del percorso. 


In Palazzo ducale non si poteva evitare, da un lato, di comprendere la cappella che costituisce un bell’esempio della grande decorazione ad affresco di pieno Seicento, e dall’altro di evocare la figura del doge: e a questo scopo la seconda sezione della ritrattistica è dedicata a una serie di effigi della suprema carica della Repubblica dipinte da Gregorio De Ferrari, da Domenico Parodi e da quel Giovanni Maria delle Piane che è passato alla storia col soprannome, derivato dal mestiere del nonno, di Mulinaretto.


ALESSANDRO MAGNASCO - GENOVESE PER NASCITA E MORTE, MA DI FATTO PITTORE DI DIMENSIONE INTERNAZIONALE - CONCLUDE IDEALMENTE LA RASSEGNA CON DUE TRA I SUOI QUADRI PIÙ VISIONARI


Alessandro Magnasco, Refettorio dei frati francescani osservanti (1730-1735), Bassano del Grappa (Vicenza), Museo civico.


Giovanni Maria delle Piane, detto il Mulinaretto, Il doge Francesco Maria Imperiale (1713), Genova, Musei di strada nuova, Palazzo bianco.


Paolo Gerolamo Piola, Bozzetto per Palazzo ducale (1700), Genova, Musei di strada nuova, Palazzo bianco.

LE MOSTRE

Il Seicento, secolo d’oro dell’arte genovese, può vantare nello stesso periodo ben due grandi esposizioni a cura di Piero Boccardo, Jonathan Bober e Franco Boggero. L’una, al Palazzo ducale di Genova, ampiamente descritta in questo articolo: La forma della meraviglia. Capolavori a Genova tra 1600 e 1750 (fino al 10 luglio, orario 10-19, lunedì 14-19, www.palazzoducale.genova), accompagnata da un catalogo edito da Sagep e arricchita da una serie di rassegne monografiche in varie sedi storiche del capoluogo ligure, I protagonisti. Capolavori a Genova tra 1600 e 1750 (fino al 10 luglio, www.visitgenoa.it). L’altra, alle Scuderie del Quirinale di Roma: Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco (fino al 3 luglio, orario 10-20, www.scuderiequirinale.it), corredata da un catalogo pubblicato da Skira. La mostra romana, organizzata congiuntamente dalle Scuderie del Quirinale e dalla National Gallery of Art di Washington, ha potuto contare su Genova come città promotrice del progetto, in grado di offrire, anche, un’eccezionale scelta di opere appartenenti a musei e istituzioni del territorio. Nello specifico, l’itinerario di Roma, composto da centoventi capolavori, raccoglie, tra gli altri, testimonianze di Domenico Piola, Gregorio De Ferrari, Alessandro Magnasco (Trattenimento in un giardino di Albaro, 1740 circa, Genova, Palazzo bianco) oltre a ritratti di Rubens e Van Dyck (Ritratto equestre di Anton Giulio Brignole Sale, 1627, Genova, Palazzo rosso), realizzati dagli artisti per i facoltosi committenti genovesi dell’epoca. Un percorso che, confermando l’opulenza di uno periodo davvero straordinario, rivela la sua forza attraverso l’esplosione dei colori, gli elementi della natura, gli esperimenti in controluce. Il lusso e il fasto raggiunti da Genova nell’età barocca sono, infine, “ricostruiti” nelle sale delle Scuderie del Quirinale attraverso esempi di decorazione di interni, tipici delle dimore del luogo durante quell’irripetibile momento storico.


Alessandro Magnasco, Galeotti nel porto di Genova (1735-1740), Bordeaux, Musée des Beaux-Arts.

ART E DOSSIER N. 398
ART E DOSSIER N. 398
MAGGIO 2022
In questo numero: FINESTRE SULL’ARTE - Il Pecci? Un organismo inclusivo; CORTOON - Tra Kafka e Kaufman; BLOW UP - Barnor; DENTRO L’OPERA - Un viaggio negli abissi (post) coloniali; GRANDI MOSTRE. 1 - Giorgio Griffa a Parigi. La ricerca del tratto primario; XXI SECOLO - Intervista a Zanele Muholi. Il ruggito della leonessa; GRANDI MOSTRE. 2 - Surrealismo e magia a Venezia. Nell’occulto, la libertà; GRANDI MOSTRE. 3 - Kandinskij a Rovigo. Musica per gli occhi; OUTSIDERS - Roberto Melli: lunga favolosa notte; GRANDI MOSTRE. 4 - Sickert a Londra. L’artista mascherato; GRANDI MOSTRE. 5 - Sorolla a Milano La felicità è un raggio di sole; PAGINA NERA - I problemi di un sito ritrovato avvilito; STUDI E RISCOPERTE - Gaspard Dughet e la campagna romana. Nella sua pittura abita Pan; GRANDI MOSTRE. 6 - Il Barocco genovese a Genova. I capolavori della Superba; ITINERARI - “Padova Urbs Picta”. Nel cuore della città dipinta; IN TENDENZA - Per Sickert, ora, un pallido successo; IL GUSTO DELL’ARTE - Il vegetale che mandava in estasi.