Intanto mi viene confermato che la versione di Milano, dal titolo più stringato, farà a meno di questi concetti e queste parole(2) - troppo scontate, o semplicemente inattuali, stonate per donne che hanno ormai altri pensieri.
Mentre scrivo, la mostra di Vienna sulle donne di Tiziano (e dintorni) elenca con disinvoltura i suoi ideali positivi: bellezza, amore, poesia(1).
Intanto mi viene confermato che la versione di Milano, dal titolo più stringato, farà a meno di questi concetti e queste parole(2) - troppo scontate, o semplicemente inattuali, stonate per donne che hanno ormai altri pensieri.
Lo spettatore moderno, quasi sempre privo di qualsiasi informazione su quelle identità e personalità, vorrebbe saperne di più, vorrebbe un tantino di quell’intimità allora riservata e oggi negata, e fatica a sua volta a instaurare un rapporto: tanto più che i protagonisti di questi ritratti sono personaggi socialmente o culturalmente selezionati, separati se non inavvicinabili, tutti proiettati su di sé per orgoglio, introversione o narcisismo. Dietro il parapetto, insomma: quello dipinto come quello dello “status”, della forma, del “bon ton”.
Una donna ingiustamente accusata di adulterio dal marito è scagionata dal figlio infante che miracolosamente prende la parola. Un’altra donna, in analoghe circostanze, è accoltellata dal marito geloso; le variabili fonti antoniane riferiscono che la vittima sarà poi risanata dalle ferite, o addirittura resuscitata da morte. Un giovane durante un litigio sferra un calcio alla madre, e poi, sopraffatto dal peso della colpa inaudita, non trova di meglio, per sfogare il rimorso, che amputarsi il piede incriminato: sarà anche lui risanato riappacificato alla genitrice e recuperato al consorzio civile. Sono i tre affreschi eseguiti da Tiziano nel 1511 all’interno del ciclo della Scuola del Santo a Padova, su un’unità tematica precostituita, l’esercizio delle virtù taumaturgiche di sant’Antonio a vantaggio della città prediletta. Nel Miracolo del neonato la donna è costretta a provare la sua innocenza, ma non v’è alcun cenno di riprovazione per i sospetti e le accuse del marito, che anzi viene premiato pubblicamente e ufficialmente - siamo in un tribunale, come si deduce dalla presenza della statua imperiale(8) - con una certezza rinnovata e santificata. Ancor più clamoroso il caso del Marito geloso: nello sfondo l’energumeno pentito è perdonato dal santo, ma della disgraziata e della sua guarigione o resurrezione non v’è traccia. Rispetto a queste mogli vittime, esce con una certa dignità dal Miracolo del piede risanato la figura della madre fisicamente e moralmente oltraggiata, e tuttavia pronta a chiedere al santo l’immediato risanamento del figlio impulsivo e autolesionista. L’interpretazione di Tiziano - o a lui richiesta - appare inevitabilmente in linea con la profonda misoginia delle leggende agiografiche e del costume famigliare del tempo: chiede affetto e rispetto per la madre, sospetto e correzione per le mogli. Eppure, la spia di una possibile riserva, di un barlume di consapevolezza, è proprio in quel marito furibondo, consegnato alla celebrità in un’istantanea di inedita violenza, sudato e scapigliato, e armato di un grosso coltello quando nella leggenda s’accontentava di pugni e calci(9).I tre episodi antoniani sono esempi appropriati di un’agiografia mirata alla ricomposizione degli affetti sul piano della corrente e retriva morale famigliare, ma segnano intanto un evidente sviluppo dell’attenzione al racconto, dalla solennità giudiziale e dallo schieramento ancora un po’ statico dei personaggi che circondano il bimbetto parlante a quello più agitato e scomposto intorno al ragazzo masochista, fino al sorprendente dinamismo del brutale assassinio. Come già dicevo, è arrivata la storia con tutte le sue storie.
TIZIANO. LE DONNE
Augusto Gentili
Nella pittura veneta del Cinquecento l’immagine femminile è particolarmente presente, e con caratteri che la differenziano dal resto della produzione artistica europea del tempo.
Il nostro dossier indaga – oltre al contesto sociale della città – le implicazioni simboliche connessa alla figura femminilenella pittura di Tiziano, soprattutto – capace di interpretare una sorta di nuovo canone di bellezza –, ma anche in Giorgione e negli altri protagonisti della cultura del periodo. L’indagine è sulla rappresentazione del femminile come indizio di una mentalità, nel secoloin cui le prime artiste iniziano ad affacciarsi sulla scena pubblica con qualche successo.