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i Klimt di valore?
una rarità

Daniele Liberanome

Scambio di capolavori tra privati e di opere meno importanti in asta. Così va il mercato per Klimt, soprattutto negli ultimi cinque anni

Esuberante, donnaiolo, fuori dagli schemi per i contemporanei ma poi diventato simbolo della sua Austria di inizio Novecento, Gustav Klimt (1862-1918) è esposto in grandi musei ma ultimamente sembra non incontrare grande favore fra i collezionisti. Certo, è ben noto che i suoi capolavori si scambiano fra privati per decine e a volte centinaia di milioni di euro, come racconta il film Woman in Gold (2015, di Simon Curtis) incentrato sulla restituzione ai legittimi proprietari e successiva ricchissima vendita da parte loro di Ritratto di Adele Bloch-Bauer del 1907. Meno importante, ma comunque assai significativa, fu la vendita in asta di Ritratto di donna (Ritratto di Ria Munk III) del 1917- 1918, dedicato dalla famiglia di un grande industriale del legno alla memoria della figlia suicida. La figura è qui incorniciata da fiori multicolori, che rimandano non solo al mondo orientale a cui tanto era legato Klimt, ma che accrescono anche la sensualità e l’erotismo della donna, come se fosse scomparsa quando era sbocciata, nel momento di massimo splendore. Finito prima nelle mani dei nazisti, poi da un gallerista connivente e infine in un museo austriaco, il quadro venne restituito agli eredi Munk e offerto da Christie’s di Londra il 23 giugno 2010 per essere aggiudicato per quasi 22 milioni di euro. 


Qui già si comprende uno dei motivi dell’apparente flessione delle quotazioni di Klimt: in asta giungono assai di rado sue opere di valore, anche perché per la maggior parte appartenevano a famiglie ebree sterminate nell’Olocausto, e a norma di legge internazionale vanno restituite agli eredi. Per i collezionisti privati è quindi meglio tenersele a casa e non mostrarle troppo in giro, perché lo stile di Klimt non passa inosservato. Tipico è per esempio il suo utilizzo dei fiori, come in Giardino di piante verdi (Giardino di fiori) in cui l’artista utilizzò una tecnica simile ai puntinisti per creare un’atmosfera magica, surreale; i fiori, qui formano quasi una figura antropomorfa ed emanano una luce intensa come quella che splendeva nella campagna in cui l’artista soggiornava in quegli anni. L’opera è rimasta dal 1910 al 1968 in un museo nazionale praghese e solo il 1° marzo 2017 è giunta da Sotheby’s di Londra che l’ha venduta per oltre 47 milioni di euro. Una cifra considerevole, visto che venticinque anni prima, il 28 novembre 1994, era stata pagata da Christie’s di Londra ben dieci volte meno, ossia circa 4,7 milioni. Non è un caso che l’opera sia arrivata in asta da un museo: i Klimt importanti si trovano in istituzioni del genere, ad aggravare la loro rarità sul mercato.

Sempre costose, ma a un livello inferiore, sono le opere di fine Ottocento, come al solito perlopiù ritratti femminili, ma di minore dimensione. Tale è Donna in poltrona, particolarmente intrigante perché la figura femminile, che indossa un ricco vestito di un colore rosso intenso che la mette in risalto, è posta in una posizione inconsueta in cui il viso si vede solo in parte. Le dimensioni quadrate della tela sono tipiche dello Jugendstil e l’opera invita chiunque la osservi ad associarla proprio a quel movimento artistico. Sotheby’s di New York l’ha offerta il 16 maggio 2017 e venduta per 6,7 milioni di euro, a livello della stima minima.

Minor fortuna ha incontrato Donna vista davanti con abito plissettato, sia perché più piccola, sia perché meno intrigante anche se la donna è ritratta stranamente dal basso; Christie’s l’ha aggiudicata una prima volta a New York il 9 novembre 2006 per meno di 830mila euro e una seconda a Londra il 4 febbraio 2009 per 1,5 milioni di euro, marcando comunque una notevole plusvalenza. Tutto ciò è avvenuto tempo fa, ma sono cinque anni che non si vede un Klimt importante in sala d’asta. Il mercato dell’artista è fatto soprattutto dai disegni o al limite da cartoni dal valore completamente diverso. Fra questi, particolare successo ha riscosso Donna seminuda col volto coperto vista dal davanti, innanzitutto perché ricorda i disegni provocatori dell’altro maestro della Secessione viennese, Egon Schiele, con cui Klimt aveva un rapporto combattuto, ma anche per l’interessante contrasto fra i vestiti ricercati e ben delineati e il corpo della donna tracciato con poche linee e sottolineando gli elementi erotici. Sotheby’s di New York l’ha venduto il 20 giugno 2008 per oltre 630mila euro. Ma, attenzione, disegni di Klimt di elevata qualità si possono trovare anche in case d’asta e in piazze meno scintillanti, come da Im Kinsky di Vienna, dove un bel Busto di donna visto dal davanti, pur essendo di fine Ottocento (1897-1898), è stato scambiato il 17 giugno 2019 per 560mila euro. Non è quindi impossibile collezionare dei Klimt: conviene rovistare i cataloghi anche minori, cercare soprattutto disegni e comunque mettere mano al portafoglio.

ART E DOSSIER N. 394
ART E DOSSIER N. 394
GENNAIO 2022
In questo numero: IN MOSTRA: Bruguera a Milano; Klimt a Roma; Julie Manet a Parigi; Van Gogh ad Amsterdam; Arte dell'Oceania a Venezia. PUNTI DI ROTTURA: Arte e bolle di sapone; Shore: il declino dell'industria americana; che fine hanno fatto gli Annigoni perduti?; Che fine farà Santa Maria della neve in Valnerina?Direttore: Claudio Pescio