XX secolo
Pietro Annigoni: due opere scomparse

AAA CERCANSI
OPERE INTROVABILI

L'elenco di opere scomparse, come ben sappiamo, è copioso. Vi sono compresi anche molti dipinti dell'artista italiano che ha fatto del ritratto una parte cospicua del suo lavoro. Tra questi, Nudo disteso e Ritratto di bruna. Del primo, in particolare, si sono perse le tracce da oltre cinquant'anni.

Emanuele Barletti

Una malinconia pervasiva, coerente con il carattere di un’anima inquieta


La storia dell’arte è fatta in buona parte di opere scomparse o non più visibili da decenni se non da secoli. Pietro Annigoni non è esente da una simile ingrata sorte. Certo, nel suo caso si parla di decenni, ma se chi scrive – come tutti i mortali – non ha un tempo infinito per portare avanti le proprie ricerche e tentare di argomentare tesi e conclusioni, anche pochi decenni possono risultare fin troppo lunghi, dovendo perlopiù rincorrere la precarietà degli eventi o fingere che il tempo stesso scorra solo per gli altri. Alla fine, il rischio, più che fondato, è che rimangano in sospeso questioni dirimenti e che le opere oggetto di tanto desiderio non si facciano più trovare.

Purtroppo (per gli investigatori dell’arte) con Annigoni la lista è lunga. Infatti, una componente significativa della sua produzione è costituita da ritratti che, essendo squisitamente famigliari e privati, tendono a passare di generazione in generazione lontano dall’attenzione dei curiosi, salvo poi apparire all’improvviso sul mercato insieme a tante altre cose provenienti da abitazioni e residenze fino a quel momento inaccessibili. Inoltre è difficile che anche elaborati di diversa natura (paesaggi, composizioni figurative, disegni, bozzetti di affreschi), specie quelli più importanti vengano alienati e, quindi, riemergano alla luce del sole, se non per ragioni prettamente economiche.

In questa dimensione “sotterranea” delle vicende artistiche, piuttosto diffusa pure nel corso del Novecento in relazione ai destini del collezionismo contemporaneo e di una non sempre puntuale archiviazione di maestri più o meno accreditati, risplende, per la sua problematicità, il Nudo disteso del 1943 di cui è conservata una prima versione incompiuta nella collezione della Fondazione CR Firenze. In realtà si sa quasi tutto del dipinto, solo che risulta attualmente irreperibile.

Nello stesso anno era stato acquistato da Abdone Croff, imprenditore milanese; la corrispondenza epistolare intercorsa fra l’artista e l’acquirente ne fornisce ampio conto, compresa l’eco del vivace dibattito che aveva accompagnato l’esposizione dell’opera alla Galleria Michelangelo di Firenze per la straripante sensualità del dipinto che in qualche modo ricorda, pur in un contesto più propriamente classico, quella di Modigliani.

Dopo la mostra fiorentina il quadro finalmente raggiunse il suo nuovo proprietario. Nel 1946 veniva esposto alla Galleria Ranzini di Milano. Ancora nel 1946, a seguito della tragica scomparsa in un incidente stradale di Abdone e della sua famiglia, passava in eredità a Lucia Guelpa, sorella della moglie di lui. Di fatto non si saprà più niente della tela fino al 1968, quando il critico e storico dell’arte Ugo Longo organizzò alla Galleria Cortina, sempre a Milano, una mostra antologica del maestro. Poi più nulla. Sono trascorsi, a oggi, cinquantatre anni. È plausibile che l’opera non abbia mai lasciato Milano. Questa è anche l’occasione per un appello a chi ne desse notizia...

Un altro esempio emblematico, anche se meno eclatante, e che incrocia il mio personale percorso biografico, è il Ritratto di Bruna. Bruna Nardi era stata fin dagli anni Quaranta del Novecento nella grande casa di via Santa Reparata 45 a Firenze, al servizio della contessa Margherita Venerosi Pesciolini, una delle prime amiche e sostenitrici di Annigoni all’inizio della sua carriera. Avevo conosciuto Bruna pochi anni prima della morte avvenuta nel 2016, instaurando con lei quasi subito un profondo rapporto di amicizia. Viveva ancora nell’appartamento lasciatole dalla contessa Margherita (scomparsa nel 1985), tra memorie e chincaglierie varie. Ebbi così la fortuna e il privilegio raro di farmi raccontare dalla stessa protagonista le circostanze del ritratto realizzato da Annigoni nel 1949 a Lama (vicino a Borgo San Lorenzo, nel Mugello), nella villa di campagna della contessa. Tra l’altro, mi mostrò la collana di corallo che il maestro le aveva fatto indossare durante le pose e che si vede nel dipinto a segnare un accentuato stacco cromatico rispetto alla folta capigliatura nera e all’abito scuro, creando così un effetto di sobria e pacata eleganza.

Com’era nelle modalità di Annigoni, rispetto all’apparente realismo fotografico è l’espressione del volto che fa la differenza e che dice molto dell’interiorità di Bruna con la leggera torsione della testa verso il pittore e gli occhi grandi che lasciano trasparire, attraverso la mimica del volto appena pronunciata, una malinconia pervasiva, coerente con il carattere di un’anima inquieta e necessariamente trattenuta da una vita trascorsa a servizio. Alla fine dei suoi giorni, solo con me era riuscita ad aprirsi in uno sfogo di emozioni e ricordi. Le sono ancora oggi grato di tanta confidenza ma il ritratto non si trova, anche perché nella circostanza non era stato eseguito per lei. Bruna era stata solo la modella. Annigoni lo aveva già destinato a un sicuro compratore, ma neppure lei sapeva chi fosse. Al di là di qualche sporadica esposizione lontana nel tempo, risulta assai arduo anche solo provare a ricostruirne i vari passaggi: semplicemente volatilizzato come l’anima di Bruna che, sia pure per poche ore di posa, aveva acquisito nella scala di valori morali e artistici di Annigoni la centralità di una gran signora, alla pari delle dame altolocate dell’aristocrazia inglese che, in quei fatidici anni Cinquanta, una dopo l’altra entravano nello studio londinese del pittore il quale, senza alcuna soggezione, sapeva come pochi tratteggiare nei ritratti limiti e virtù dei suoi contemporanei.

ART E DOSSIER N. 394
ART E DOSSIER N. 394
GENNAIO 2022
In questo numero: IN MOSTRA: Bruguera a Milano; Klimt a Roma; Julie Manet a Parigi; Van Gogh ad Amsterdam; Arte dell'Oceania a Venezia. PUNTI DI ROTTURA: Arte e bolle di sapone; Shore: il declino dell'industria americana; che fine hanno fatto gli Annigoni perduti?; Che fine farà Santa Maria della neve in Valnerina?Direttore: Claudio Pescio