BIBLIOGRAFIA

I brani riportati nel testo che vengono dedicati a Savoldo da Giorgio Vasari provengono da Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architettori, ultima impressione (1568), con nuove annotazioni e commenti di G. Milanesi, Firenze 1906, vol. VI, p. 507. Poco prima ci sono anche i brani, ugualmente riportati nel testo, dedicati al Moretto. I contributi via via stesi negli anni da Roberto Longhi sono da lui stesso raccolti in Quesiti caravaggeschi: i precedenti, inclusi in Da Cimabue a Morandi, Milano 1973. Una monografia di fedele ortodossia longhiana è di A. Boschetto, Giovanni Gerolamo Savoldo, Milano 1963. Il catalogo della mostra più esaustiva (Milano 1990) è a cura di B. Passamani, Architettura della mostra e sue vicende formative, con contributi di G. Panazza, Quesiti risolti e problemi insolutiC. Gilbert, Savoldo cortese, F. Frangi, Difficoltà e continuità di una vicenda critica, F. Caroli, La fisiognomica e il ritratto cinquecentesco, P. De Vecchi, La mimesi dello specchio, A. Gentili, Il ritratto e l’allegoria musicale, S. Ebere-Schifferer, Il Savoldo e il Nord. Un processo di appropriazione, B. W. Meijer, Fiamminghi nella Serenissima nel primo Cinquecento, M. Gregori, I temi della luce artificiale nel Savoldo e le radici lombarde di Caravaggio. Il mio saggio dove parlo dei due capofila di quella situazione, il Lotto e il Pordenone, è Maniera moderna e Manierismo, Milano 2004. Per il Moretto si può consultare la monografia a cura di V. Guazzoni, Brescia 1981. Per Giovan Battista Moroni, il saggio di M. Gregori nel III vol. di I pittori bergamaschi, Bergamo 1979.


Altri contributi: G. Panazza, Giovanni Gerolamo Savoldo pittore bresciano, atti del convegno (Brescia, 21-22 maggio 1983), Brescia 1985; G. Creighton, The Works of Girolamo Savoldo: with a Review of Research, 1955-1985, New York 1986; L. Dello Russo, Gerolamo Savoldo: un “veneto” a Terlizzi, Terlizzi 1989; Giovanni Gerolamo Savoldo tra Foppa, Giorgione e Caravaggio, catalogo della mostra (Brescia, monastero di Santa Giulia, 3 marzo-31 maggio 1990; Francoforte, Schirn Kunsthalle, 8 giugno-3 settembre 1990), Milano 1990; F. Frangi, Savoldo: catalogo completo dei dipinti, Firenze 1992; M. Olivari, Brera: Giovan Gerolamo Savoldo, la Pala di Pesaro, Milano 2008; D. Dotti, Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti: cento capolavori dalle collezioni bresciane, catalogo della mostra (Brescia, palazzo Martinengo Cesaresco, 1° marzo-1°giugno 2014), Cinisello Balsamo 2014; P. Bolpagni, Giorgione e Savoldo, note di un ritratto amoroso, catalogo della mostra (Brescia, Museo di Santa Giulia, 12 settembre-9 novembre 2014), Genova 2014; M. Fried, Painting with Demons: the Art of Gerolamo Savoldo, Londra 2021.

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SAVOLDO
SAVOLDO
Renato Barilli
Giovanni Girolamo Savoldo completa, con il Romanino e il Moretto, la triade degli innovatori della pittura lombarda del primo Cinquecento. La sua formazione è emiliana e toscana, studia in ambito manierista, ma trova il contesto migliore per la sua pittura a Venezia attorno al 1520, in un momento di forte presenza di suggestioni fiammingo-germaniche e giorgionesche. Questa commistione di influenze determina il suo stile molto personale, costruito su una base disegnativa nitida, una grande attenzione al dettaglio e un gusto tutto veneto per la resa atmosferica: uno stile applicato a soggetti molto vari, dal ritratto alla pala d’altare, con una predilezione per i notturni.