CATALOGHI E LIBRI

DICEMBRE 2021

BANKSY

Chi non conosce Banksy? Ma chi è? Un artista o un attivista? E quali sono le sue relazioni col mondo dell’arte e del mercato, dei galleristi e delle aste? Quanto la sua figura, le sue performance, le sue immagini che sembrano comparire dal nulla, dalla sera alla mattina, influenzano gli sviluppi del contemporaneo? E poi: chi è veramente? Quanti nomi sono stati fatti per ricostruire la sua identità, per svelare la persona che si nasconde dietro a un nome che fa scalpore da anni e ha raggiunto una fama planetaria. Non è solo un fatto esteriore, perché quelle di Banksy sono denunce politiche alle discriminazioni, al consumismo, ai problemi ecologici. Banksy esiste, non è un fantasma: anche se la sua notorietà gioca sull’anonimato, sulla negazione di un messaggio personale esplicito al dibattito pubblico. I due bravissimi autori di questo volume lo presentano con una forma espositiva brillante, valorizzata da una originalissima grafica. Un libro che indaga attraverso citazioni, commenti e un apparato iconografico ricchissimo, uno dei fenomeni artistici del nostro tempo fra i più clamorosi e pieni di contraddizioni.

Stefano Antonelli Gianluca Marziani Giunti Editore, Firenze 2021 240 pp., oltre 150 ill. b.n. e colore € 39

FRIDA KAHLO

Quando Frida Kahlo scrive all’amato Diego Rivera - immenso amore ma anche profonda ferita della sua vita - e gli si rivolge dicendo: «Tu ti chiamerai Auxocromo, colui che afferra il colore, e io la Cromofora, colei che dà il colore», segnala la definizione di se stessa forse più pregnante, e offre un viatico per i milioni di appassionati che nel mondo adorano la sua arte, divenuta un’icona della pittura al femminile del Novecento. Oggi è lei l’artista più nota del secolo scorso, spesso idolatrata e rivisitata tramite mostre, libri, gadget, film, racconti e biografie di ogni genere. I colori intensi costituiscono una costante dei suoi dipinti e di ogni tappa dell’artista messicana, che visse e lavorò di qua e di là dall’oceano, non solo nel suo coloratissimo paese, dove la sua casa è divenuta un museo e un luogo mitico. Di lei e dei libri che la riguardano abbiamo parlato spesso in questa rubrica. Questa nuova monografia illustratissima ripercorre attraverso i colori gli incontri di Frida, i suoi amori (quello con Rivera fu il più grande ma non l’unico), il suo immaginario, così riconoscibile, e la sua stessa, altrettanto iconica immagine esteriore. Capitolo per capitolo, Alba Romano Pace ridà vita all’arte di Frida Kahlo dal magenta che segnala la sua patria, il Messico, al blu che per antonomasia è segno di nostalgia; dal rosso della Rivoluzione al rosa surrealista della Parigi da lei frequentata; dal grigio degli skyline delle metropoli statunitensi al verde e al giallo della Natura. Fino al bianco, quello delle ali dell’anima. La vita e la pittura, l’amore e la sofferenza rivivono con l’argento e il magenta azteco, il rosso ardore dell’amore e della libertà, il blu oltremare, il giallo che acceca, le labbra rosate, talvolta rosso sangue, il grigio dei grattacieli, la verde luce «calda e buona». «Diego la verità è così grande, che non vorrei parlare né dormire né ascoltare né amare. Sentirmi intrappolata, senza paura del sangue, senza tempo né magia, all’interno della tua stessa paura, e dentro la tua grande angoscia, e all’interno del battito del tuo cuore».


Alba Romano Pace Giunti Editore, Firenze 2021 240 pp., oltre 200 ill. colore e fotografie b.n € 59

L’INGANNO
DELL’UOMO VITRUVIANO

Può capitare - e sono le indagini più felici per uno storico dell’arte - che si studi un argomento per anni, e che da una di queste esplorazioni scaturisca dapprima un intuito, un sospetto, poi la spinta a proseguire su altri binari e temi diversi. È quello che è accaduto a Roberto Concas, che ha alle spalle un curriculum di tutto rispetto nel campo della conservazione dei beni culturali, la progettazione di sistemi museali e la semiotica dell’arte. Oltre trent’anni fa studiava le proporzioni nei retabli di scuola sardo-catalana quattro-cinquecenteschi, indagandoli dal punto di vista della costruzione scenica, della sequenza della lettura e delle misure, insomma una ricerca di formule matematiche e geometriche per opere pittoriche notevoli, ancorché poco note. Quasi per caso (un fatto fortuito, la cosiddetta “serendipity” citata dall’autore), Concas si è trovato a riflettere su certe formule proporzionali che compaiono altrove. Il libro va letto e riletto se possibile con molta attenzione, e non mi sento qui di dare giudizi affrettati né di svelare al lettore le scoperte, che già a una prima lettura risultano sensazionali, giacché il libro va anche letto come un avvincente romanzo. Ma è tutt’altro che fantasia, tutt’altro che l’astrusa teoria di uno dei tanti faciloni che ogni tanto si affacciano in campi non loro. Lo studio di Concas, di assoluto rigore, si è esteso all’applicazione di particolari regole matematiche anche ad altre opere celebri e più antiche del celebre disegno di Leonardo che è fulcro della ricerca, anche; per esempio, alle Maestà di Cimabue e di Giotto. Per tornare all’Uomo vitruviano, le prime grandi novità sono che la figura umana di Leonardo con doppie braccia e gambe si basa su un algoritmo, che l’uomo non è iscritto in un cerchio e in un quadrato regolari, e soprattutto che il volto si riferisce a due età diverse, anche se pare quello di un’unica figura. Un linguaggio, quello dell’“inganno” di Leonardo finora celato, che si manifesta con un algoritmo e una doppia spirale, e si legherebbe al dogma della Trinità così come formulato molti secoli prima: teorie finora inesplorate nella storia dell’arte, che avranno sicuramente un seguito.

Roberto Concas, con i contributi di Annalisa Perissa Torrini e Lucio Cadeddu Giunti Editore, Firenze 2021 144 pp., 110 ill. colore € 24

LA PREISTORIA È DONNA

Nella collana “I Fondamenti” («Non edificate senza Fondamenti», scriveva Leonardo), Giunti pubblica un saggio fondamentale, è il caso di dire, e d’immensa attualità. L’edizione originale ha un titolo che suona meno assertivo: L’homme préhistorique est aussi une femme. Ma se può apparire ovvio che l’uomo preistorico non fu solo di sesso maschile, ci giunge in soccorso il sottotitolo, lo stesso della traduzione italiana, che ci spiega subito: se le donne, nella storia, sono state invisibili (talvolta lo sono ancora), è per una pessima interpretazione storico-critica tutta al maschile. Tanto più questo è valso in una disciplina giovanissima, come quella che studia i nostri progenitori, che risale solo alla metà del XIX secolo, ed è stata, fino a pochi anni fa, tutta al maschile. Lo studio di Marylène Patou- Mathis, archeologa femminista, studiosa della preistoria, in particolare del comportamento dei Neanderthal, s’inserisce in un nuovo filone di indagini che valuta finalmente con occhi diversi anche il lunghissimo periodo che per convenzione chiamiamo preistoria, quello che risale alla vita, alla società, alle azioni, ai manufatti dei nostri antenati prima della nascita della scrittura, cioè della Storia vera e propria. Tempo fa mi sono indignata nel corso di un documentario sulla grotta Cosquer in Francia. Un archeologo vi asseriva senza ombra di dubbio che l’uomo andava a caccia e dipingeva sulle grotte, mentre la donna procreava. Non è così, per un’infinità di motivi che l’autrice qui spiega con un rigore scientifico esemplare, e con molta chiarezza. Le donne erano assai più creative e predominanti di quanto non si possa credere, e non è affatto da escludere che molte delle celebri pitture rupestri che ci riempiono di ammirazione siano stata create proprio da donne. Impossibile qui anche solo riassumere le dimostrazioni scientifiche a favore di questa che non appare più una semplice ipotesi, ma basti osservare che le impronte di mani sulle pareti preistoriche, spesso vere e proprie firme, sono in gran quantità appartenenti al genere femminile.


Marylène Patou-Mathis Traduzione dal francese di Bérénice Capatti Giunti Editore, Firenze 2021 300 pp. 20 euro

ART E DOSSIER N. 393
ART E DOSSIER N. 393
DICEMBRE 2021
In questo numero: INIZIATORI (COMPRESI E INCOMPRESI: Savoldo veneziano; Faruffini rivoluzionario dolente; La copertina che inventò il progressive rock. IN MOSTRA: Koons e Saville a Firenze; Parr a Torino e a Roma; Sironi a Milano; Goya a Basilea. NELLE MANI DELLA MAFIA: Capolavori scomparsi.Direttore: Claudio Pescio