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Con Parr non serve
un ampio portafoglio

Da qualche anno a questa parte Martin Parr sta suscitando meno interesse: un momento propizio per concludere buoni affari a prezzi molto contenuti

Daniele Liberanome

I contenuti stimolanti non mancano nelle fotografie di Martin Parr (nato nel 1952), ma i collezionisti interessati latitano, specialmente negli ultimi tempi. È una buona notizia per chi vuole crearsi una collezione con un portafoglio limitato.

Nato fotografo documentarista, diventato poi artista, Parr da sempre guarda con acume alle storture del mondo occidentale, alla profonda disomogeneità del suo tessuto sociale, all’affermarsi di un materialismo vuoto privo di spinte ideali. È questa la radice della sua serie di fotografie di maggior successo, Common Sense, scattate fra il 1995 e il 1999, in cui l’autore si sofferma sulle tante forme in cui il consumismo definisce il nostro modo di vivere, mettendone provocatoriamente in luce aspetti assurdi, anche se – ahinoi – molto comuni.

Alto valore metaforico ha per esempio una fotografia di donna che, per prendere il sole, inforca degli occhialini in pvc colorati, come spesso accade nelle nostre spiagge: così facendo taglia ogni rapporto con la realtà, si tappa gli occhi con un oggetto in plastica, chiudendosi in un universo tutto proprio. In questo modo trasforma le sue opinioni in valori assoluti magari lontani mille miglia da quelli del mondo circostante. La protagonista, in fatti, che pare di mezza età e di classe media, sembra assumere un atteggiamento scontroso, supponente. Uno dei dieci portfolio completi delle fotografie della serie Common Sense – composto da trecentocinquanta scatti stampati in formato A3 – è stato offerto da Phillips di Londra il 2 novembre 2017 e venduto per poco meno di 13mila euro.

Ma si possono trovare sul mercato anche singole fotografie della stessa serie, come Benidorm/Common Sense (Woman’s Hand with Cigarette), in cui Parr affronta il tema dell’identità sessuale e del voyeurismo mostrando il dettaglio del corpo di una donna (come indicato nella didascalia) o forse di un uomo in costume. Del personaggio ritratto, il focus è sulla mano, con sigaretta e unghie lunghe coperte da smalto rosso shocking, e sul polso impreziositi da anello, bracciali e orologio. Da Phillips di New York, il 9 aprile 2011, il prezzo dell’opera è stato fissato in 8.200 euro.

Poco meno è stato quotato nella lontana Australia (Menzies, Sidney, 6 dicembre 2012) un esemplare di Zurich, sempre della serie Common Sense, in cui Parr inquadra il sorriso di una donna dove conta solo la sua perfetta dentatura, bianca e curatissima. Sono questi, ormai datati, alcuni dei prezzi più elevati pagati in asta per gli scatti di Parr a dimostrare sia che le sue opere sono accessibili a un pubblico vasto, sia che negli ultimi anni i collezionisti paiono meno interessati di prima ai suoi lavori. I contenuti di Parr, pacati e mai alla ricerca di facile sensazionalismo, non vengono infatti apprezzati quanto ci si aspetterebbe.

Un certo interesse ha suscitato la serie The Last Resort (prima metà degli anni Ottanta), in cui i soggetti, fotografati a Brighton, nel Sud dell’Inghilterra, dove Parr viveva a quei tempi, appartengono a una classe sociale più bassa rispetto a quelli del ciclo Common Sense. Tipico esempio è New Brighton, Merseyside, datato 1983-1985, ma di sconcertante attualità, in cui un uomo e una donna, forse martio e moglie, siedono l’uno davanti all’altro in un bar senza avere un minimo di relazione: lui con lo sguardo in avanti perso nel vuoto, lei con gli occhi fissi sulle proprie mani. Ricordano i tanti, giovani e meno, che oggi vediamo nei locali pubblici, tutti concentrati sul proprio smartphone a discapito dell’interazione. Nonostante l’attualità dello scatto, il 19 maggio 2016 Phillips di Londra non è riuscita a vendere nemmeno una delle cinque stampe originali per più di 10.500 euro. Si tratta comunque di alcuni anni anni fa, perché ultimamente abbondano le foto di Parr offerte in asta e andate invendute o aggiudicate per prezzi ben più contenuti. Basta citare Ellard del 1972, il cui soggetto è una macchinina posteggiata o forse abbandonata in una strada di campagna; un simbolo della decadenza delle aree rurali inglesi e non, al centro dell’interesse di Parr nella seconda metà degli anni Settanta e inizio degli Ottanta. Finarte di Milano il 17 marzo scorso ha venduto la fotografia per soli 1.400 euro, perdipiù andando ben al di là delle stime iniziali, ormai decisamente basse.

Parr, le cui immagini comunque si trovano in musei come la Tate, potrebbe arricchire molte collezioni con poca spesa.

ART E DOSSIER N. 393
ART E DOSSIER N. 393
DICEMBRE 2021
In questo numero: INIZIATORI (COMPRESI E INCOMPRESI: Savoldo veneziano; Faruffini rivoluzionario dolente; La copertina che inventò il progressive rock. IN MOSTRA: Koons e Saville a Firenze; Parr a Torino e a Roma; Sironi a Milano; Goya a Basilea. NELLE MANI DELLA MAFIA: Capolavori scomparsi.Direttore: Claudio Pescio