CENTURIPE:
I “SEGNI” E AUGUSTO

di Ilaria Ferraris

Un nuovo spazio espositivo, una mostra innovativa, un importante reperto archeologico arricchiscono la città siciliana

Investire in cultura. A questo progetto di ampio respiro ha puntato subito Salvatore La Spina, il sindaco eletto da un anno a Centuripe (Enna) per una lista civica dopo diverse battaglie civili fra cui una campagna in difesa dell’area rurale della Muglia, minacciata da una discarica, evitata in extremis grazie a un vincolo ambientale posto dalla Soprintendenza ai beni culturali e archeologici di Enna. 


Un impegno che non valuta solo le ricadute economiche del turismo sull’indotto, ma guarda in modo diverso al ricchissimo lascito della storia sul territorio. Un’eredità artistica, archeologica, paesaggistica – dal Neolitico all’età romana, dal Barocco all’Ottocento – in passato spesso trascurata o addirittura depredata: fino agli anni Ottanta i punti luminosi che si vedevano nei campi di notte non erano lucciole, si racconta, ma le lampade dei tombaroli; altre storie locali narrano di lavori pubblici compiuti in tutta fretta a nascondere ritrovamenti archeologici, di statue monumentali sepolte nei cantieri e non ancora ritrovate.

Secondo La Spina, a lungo responsabile dell’ufficio stampa degli Uffizi, che lavora insieme a una giunta giovane e competente e ha l’appoggio dell’assessore regionale Alberto Samonà, la valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico è un fattore di trasformazione collettiva, partecipazione attiva alla crescita culturale della comunità.

Uno dei punti nodali in città è il nuovo centro espositivo, in una porzione della Casa comunale che fino al Duemila custodiva l’Antiquarium, inaugurato a luglio con la mostra Segni. Da Cézanne a Picasso, da Kandinskij a Miró. I maestri del ’900 europeo dialogano con le incisioni rupestri di Centuripe, a cura di Simona Bartolena, dedicata a un’importante raccolta di stampe originali dalla fine dell’Ottocento al secondo dopoguerra, della collezione di Enrico Sesana. Il percorso espositivo prosegue anche fuori dalle sale: le oltre ottanta opere in mostra sono infatti poste idealmente a confronto con le incisioni rupestri del Riparo Cassataro, un agglomerato di rocce megalitiche, appoggiate l’una contro l’altra dagli accidenti del tempo in modo da formare uno spazio coperto, frequentato in epoca preistorica molto probabilmente come luogo di culto. Il sito oggi si trova in un’area a destinazione agricola di proprietà privata. All’ingresso del Riparo, negli anni Settanta sono state scoperte alcune figure antropomorfe in ocra rossa databili all’Età del bronzo; un’altra figura antropomorfa e un bovino dalle lunghe corna, risalenti al Neolitico, sono visibili all’infrarosso. Il collegamento tra le immagini del Riparo e le stampe esposte nell’Antiquarium è evidente e suggestivo: alla semplificazione della forma, all’essenzialità del segno dell’arte primitiva – dell’Africa o dell’Oceania, ma anche preistorica – guardavano artisti come Picasso, il gruppo di Die Brücke, Matisse, Dubuffet e molti dei movimenti di avanguardia del XX secolo fino all’Informale. Le opere scelte riflettono questa ascendenza ideale, declinata secondo i temi cari a ogni artista. La mostra Segni è aperta al pubblico fino al 17 ottobre. Su prenotazione, è possibile visitare anche il Riparo Cassataro.

Da fine agosto è tornata poi a Centuripe la celebre testa marmorea di Ottaviano Augusto scavata in territorio centuripino nel 1938 e rimasta a lungo nei depositi del Museo Paolo Orsi di Siracusa, festeggiata da una serie di iniziative fra cui la riapertura dell’anfiteatro della Dogana con un concerto del Coro lirico siciliano e il I Festival internazionale del cinema archeologico “Premio Augusto”, edizione dell’Archeofilm organizzato da “Archeologia Viva”. Sempre grazie all’interessamento dell’assessore regionale Samonà, il «più bel ritratto dell’imperatore mai rinvenuto in Sicilia» è arrivato nel Museo archeologico regionale della città insieme all’intera collezione “centuripina” del Museo Paolo Orsi, in prestito per cinque anni. La raccolta comprende anche altri due ritratti di Germanico e di Druso Minore oltre a importanti vasi centuripini e diverse opere fittili.

E poi?, chiediamo a La Spina. «Tra un anno contiamo di aver concluso la risistemazione dell’area intorno al mausoleo di età adrianea», il cosiddetto castello di Corradino (da Corrado di Svevia detto Corradino, re di Sicilia dal 1254 al 1258), posizionato su uno sperone di roccia proteso sopra la vallata, con un’incredibile vista su tutta l’area, dai Nebrodi all’Etna, alla piana di Catania. «Ma abbiamo solo cominciato, c’è così tanto da fare», dice il sindaco. Contiamo allora di potervi raccontare altre novità, a breve.

www.centuripecittaimperiale.com
info e prenotazioni:
antiquariumcenturipe@gmail.com, 331-5354957

ART E DOSSIER N. 391
ART E DOSSIER N. 391
OTTOBRE 2021
In questo numero: INCONTRI RAVVICINATI: Gli eleganti alieni di Giger. Visitatori da altri mondi nell'arte medievale. MUSEI RITROVATI: L'archeologico di Cividate Camuno. La casa di Ensor a Ostenda. IN MOSTRA:Cattelan a Milano; La collezione Rota a Lucca; Soutine e De Kooning a Parigi; Il ritratto ad Amsterdam; Venere a Mantova.Direttore: Claudio Pescio