17. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia

NUOVE GEOGRAFIE
DEL MONDO

Irene Guida

Porre domande, formulare ipotesi, lasciare aperto lo spazio del pensiero e ripensare gli spazi che abitiamo, reali e virtuali, sono gli aspetti salienti della 17. Biennale di architettura

Cosa succederebbe se “casa” fosse un dispositivo, stampato in 3D da un robot, secondo la frequenza delle nostre connessioni neuronali, interpolate con le decisioni passate tracciate in rete, e le future più probabili? Se nascessimo e vivessimo indossando una tuta(1) equipaggiata per una forma adeguata di schiavitù confortevole(2)? Se gli ospedali dove guarire o morire fossero gli stessi robot, capaci anche di riprodurre i nostri tessuti ovunque e comunque(3)? Perché immaginiamo l’antichità popolata da eroi e guerrieri, e non da corpi fragili, come invece raccontano le chimere protagoniste di raffigurazioni sacre e mitologie classiche? Se chiamiamo acropoli la parte più alta e importante di una città classica come Atene, perché selezionare la possibilità di raggiungerla in base all’abilità fisica, non permettendo l’accesso con una sedia a rotelle? E se, incalzati dai problemi ambientali, non riuscissimo più a trasmettere la memoria, incarnata e vivente, di città come Venezia?(4)

Dalla riduzione dello spazio alla sua rappresentazione tecnica e al solo contenuto tecnologico ci “salvano” domande, cataloghi e supporti visivi inusuali, con cui siamo sollecitati iniziando la visita di questa 17. Biennale di architettura, diretta da Hashim Sarkis. Attraversando le porte-sculture di Peju Alatise(5) sulla soglia delle Corderie dell’Arsenale, siamo invitati a interagire, non a contemplare. Il superare l’architettura come rappresentazione era già un tema di altre edizioni, ma Sarkis ne fa oggetto di ricerca, non strumento espositivo.

Gli architetti demiurghi ci sono ancora tutti, fantasmi compresi. A partire da Rafael Moneo, Leone d’oro alla carriera, passando per Vittorio Gregotti, insieme con Lina Bo Bardi, Leone d’oro speciale alla memoria. Sono architetti che hanno costruito volumetrie importanti, scritto libri fondamentali, insegnato a generazioni di studenti. Ci sono Winy Maas, Oma (Office for Metropolitan Architecture), fondato da Rem Koolhaas, Miralles e Tagliabue, Skidmore, Owings & Merrill LLP (SOM), Michel Desvignes, Paola Viganò e molti altri. Non è una Biennale dell’anonimato contro le “archistar” e i “professoroni”, Hashim Sarkis costruisce una nuova tassonomia globale delle scuole di architettura, sulla soglia della loro possibile sparizione.

Però è una Biennale euristica, che muove il pubblico proponendo questioni. Sarkis espone la genealogia della sua ricerca in una sala fra le meno accessibili del padiglione Italia ai Giardini, annunciata da un frammento del Teatro del mondo di Aldo Rossi(6). È una Biennale che fa proprio un sillogismo: se il mondo è architettura, allora l’architettura è il mondo. Il progetto deve estendere i propri confini, oltre l’umano, oltre i corpi che fino a ora ne hanno determinato le forme e le rappresentazioni. La periferia non solo fisica del mondo, ma anche quella del pensiero e dei corpi, tanto naturali quanto artificiali, diventa una nuova centralità. L’architettura è una questione di geografia politica dei corpi, di tutti i corpi del mondo.

Uscendo dai Giardini, forse vi ritroverete a incrociare lo sguardo con un gabbiano, sul monumento a Francesco Querini, esploratore seduto su una slitta al Polo Nord con il suo cane. Non smettono di aspettare soccorsi che il duca d’Aosta non invierà mai. Che il gabbiano abbia intenzione di dirvi qualcosa, ricordandovi il suono incessante dei ghiacciai che si sciolgono(7)?


Sullo sfondo, Plan B Architecture & Urbanism, The World Turned Inside Out (2021); in primo piano, TVK The Earth is an Architecture (2015-2020).


Sullo sfondo, Self-Assembly Lab Building with Waves: Growing Islands and Coastlines Through Wave Energy (2020 - in corso); in primo piano, Pinar Yoldas Hollow Ocean (2021).


17. Mostra internazionale di architettura di Venezia
How Will We Live Together?

fino al 21 novembre
Venezia, Giardini della Biennale e sedi varie
orario 10-18, chiuso lunedì, escluso 1° novembre
info e prenotazioni: www.labiennale.org, 041-5218 828

ART E DOSSIER N. 391
ART E DOSSIER N. 391
OTTOBRE 2021
In questo numero: INCONTRI RAVVICINATI: Gli eleganti alieni di Giger. Visitatori da altri mondi nell'arte medievale. MUSEI RITROVATI: L'archeologico di Cividate Camuno. La casa di Ensor a Ostenda. IN MOSTRA:Cattelan a Milano; La collezione Rota a Lucca; Soutine e De Kooning a Parigi; Il ritratto ad Amsterdam; Venere a Mantova.Direttore: Claudio Pescio