CATALOGHI E LIBRI

SETTEMBRE 2021

MASACCIO. MADONNA DEL SOLLETICO

Fino al 2 novembre è possible visitare nella cripta del duomo di Siena la raffinata mostra sull’eredità del cardinal Antonio Casini, «principe senese della Chiesa», che fu, fra le altre cose, il committente di una tavoletta dipinta da Masaccio attorno al 1426: la Madonna del solletico degli Uffizi, opera devozionale e portatile, che reca sul retro lo stemma del cardinale. Il dipinto colpisce per il gesto tenero della giovane mamma che stuzzica il collo del suo bambino, il quale, a sua volta, tenta di bloccarle con la manina il polso. La tavola, riconosciuta di Masaccio da Roberto Longhi, è al centro della rassegna e qui oggetto dei saggi di Cristina Gnoni Mavarelli, che ne ripercorre la fortuna critica, e di Francesca Fumi Cambi, che con una ricerca formidabile ha rintracciato insegne e ritratti del dotto committente in codici miniati, sculture e vari arredi. Il volume ricostruisce, inoltre, per la prima volta, la personalità del prelato senese, nominato cardinale nel 1426, che ebbe un ruolo anche durante la permanenza di Masaccio a Roma, al lavoro con Masolino in Santa Maria Maggiore.

a cura di Marilena Caciorgna e Cristina Gnoni Maravelli Sillabe, Livorno 2021 120 pp., 74 ill. colore. € 14

IO SONO LA STREGA

Sabato 4 marzo 1617. Milano, piazza Vetra. Oggi è un luogo di ritrovo, anche allora lo era, ma quale ritrovo: qui venivano bruciate le donne accusate di stregoneria. E qui, al termine di un processo che fece epoca, iniziato nel 1616, morì nel rogo, dopo lunga tortura, Caterina Medici da Broni, nata attorno al 1573 nella provincia pavese. Accusata di stregoneria, anzi, come aveva indagato Leonardo Sciascia nel suo La strega e il capitano (Bompiani 1986), lei stessa si riteneva tale. Non lo era, naturalmente, ma la accusavano di aver fortemente nociuto con le sue arti malefiche al senatore don Luigi Melzi, che in realtà sarebbe vissuto ancora una dozzina d’anni. A questa vicenda realmente accaduta aveva accennato anche Alessandro Manzoni nei Promessi sposi, rammentando, nel capitolo XXXI, il celebre scienziato lombardo Ludovico Settala, “protofisico”, che a Milano aveva contribuito, con il suo nefasto consulto, alla condanna definitiva della donna. Partendo da questi avvenimenti storici, documentati soprattutto da un riassunto degli atti del processo, conservato tuttora presso gli eredi del senatore Melzi, Marina Marazza ha scritto questa sua “narrative nonfiction”, che è qualcosa di diverso da un semplice avvincente romanzo di oltre quattrocento pagine. Avvalendosi di una documentazione storica impressionante (non solo quella del processo), attenta alle espressioni della vita quotidiana, all’eloquio dell’epoca, ad altri episodi confermati dalla storia, l’autrice ha ricreato l’atmosfera della Milano dei Borromeo a cavallo fra Cinque e Seicento, illuminando un aspetto tanto caro alle studiose di storia femminile: le difficoltà e i pregiudizi incontrati dalle donne dell’epoca, fra le quali riuscirono a emergere comunque personalità di grande spessore. Fra queste, anche la pittrice Fede Galizia, di origine trentina ma sempre attiva a Milano, cui è dedicata in questi giorni la mostra al Castello del Buonconsiglio a Trento (vedi qui l’articolo di Stoppa, pp. 70-75). Il romanzo termina proprio nella sua bottega, con un finale a sorpresa, che coinvolge Salem, questo sì, figlio ma solo nella fiction, di Caterina. Molto utile, negli apparati, la distinzione fra episodi e personaggi veri e fittizi.


Marina Marazza Solferino, Milano 2021 497 pp. € 19

ART E DOSSIER N. 390
ART E DOSSIER N. 390
SETTEMBRE 2021
In questo numero: SPERIMENTAZIONI: Gli smontaggi fotografici di Nino Migliori. NOVECENTO ITALIANO: Artiste e compagni. CONTRADDIZIONI MUSEALI: Humboldt Forum a Berlino. IN MOSTRA: Hirst a Roma; Impressionisti a Gallarate; Tempo barocco a Roma; Fede Galizia a Trento; Moroni ad Albino.Direttore: Claudio Pescio