Finestre sull'arte

Grandi novità per la Galleria
nazionale delle Marche

di Federico D. Giannini

Un percorso espositivo rinnovato per le collezioni della Galleria nazionale delle Marche ospitate nello splendido Palazzo Ducale di Urbino. Ne abbiamo parlato con Luigi Gallo, neodirettore alla guida del museo.

Un allestimento rinnovato, l’ampliamento del percorso espositivo nelle sale dello storico Palazzo ducale, una nuova illuminazione, un programma di divulgazione online, una maggiore accessibilità e un museo che vuole essere ancor più vicino ai suoi visitatori. E poi, diverse mostre che ripercorrono la storia di Urbino attraverso alcune figure chiave. Sono queste alcune novità del nuovo corso della Galleria nazionale delle Marche, inaugurato dal direttore Luigi Gallo, da poco insediatosi alla guida del museo. Con un obiettivo ben chiaro, come ci spiega: «Allargare e approfondire quanto la Galleria fino a oggi ha raccontato, sviscerando i legami della pittura conservata al museo con la storia di Urbino e più in generale delle Marche a cavallo tra il Cinquecento e il Settecento, con opere mai viste prima o non esposte nel percorso permanente».

Il nuovo percorso di visita vede il riordinamento di tutta la collezione all’interno dell’edificio, a partire dal secondo piano: qui sono state aperte sale prima non accessibili al pubblico col fine di distribuire la raccolta su tutta la superficie espositiva disponibile, partendo dal Cinquecento per arrivare fino al Settecento, e facendo confluire in quest’ordinamento anche la collezione Caripesaro.

«Un percorso unitario che racconta la pittura nelle Marche tra la metà del Cinquecento e il papato Albani», sottolinea Gallo, «e che vede anche una parte tematica sul paesaggio, una sui ritratti, e un’altra ancora sul Settecento con un approfondimento sulla figura di papa Clemente XI Albani. Inoltre, stiamo anche lavorando alla Sala della grafica in modo da poter disporre del fondo Viviani, una raccolta molto interessante che conserva alcuni capolavori della grafica di Federico Barocci».

Al grande pittore urbinate verrà dedicata, tra qualche anno, una grande mostra: prima però sono previsti altri appuntamenti. «Vogliamo fare delle mostre molto serie», afferma il direttore, «in numero minore rispetto al passato: la pandemia, infatti, ci ha spinti a riflettere molto su come investire nelle esposizioni». Le rassegne saranno, dunque, tutte legate a Urbino: a maggio è partita la mostra Sul filo di Raffaello. Impresa e fortuna nell’arte dell’arazzo, che chiude simbolicamente le celebrazioni per il cinquecentenario raffaellesco con l’esposizione di dodici arazzi monumentali restaurati per l’occasione. A novembre ci sarà una mostra sul Danteum di Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri, poi un’esposizione dedicata al Palazzo ducale e al suo ruolo nell’architettura contemporanea. Nel 2022 il secentesimo anniversario della nascita di Federico da Montefeltro sarà ricordato con un progetto espositivo sul periodo aureo della Urbino della seconda metà del Quattrocento. A seguire, la mostra su Federico Barocci per chiudere idealmente il ciclo con il grande artista che, partendo da Raffaello, ha condotto la pittura urbinate verso il Seicento.

DANIEL BUREN A MIRAD’OR

PISOGNE (BRESCIA, LAGO D'ISEO)

Dopo il successo, cinque anni fa, di Floating Piers di Christo sul lago d’Iseo, un nuovo spazio, Mirad’Or, si è inaugurato nello splendido scenario lacustre, a Pisogne, con il progetto di Daniel Buren (1938). È allestito su di una moderna palafitta (direzione artistica Massimo Minini, concept Gigi Barcella, design Mauro Piantelli) per ospitare d’ora innanzi, sulle acque, le suggestioni del contemporaneo. Visibile fino al 30 settembre dalle due sponde del lago, l’opera dell’artista francese è costituita da due dittici con fibre luminose a righe verticali. 

UN PROGETTO ALLA MAISON TAVEL

GINEVRA

Dopo essere risultato fra i vincitori del bando Italian Council, a supporto dell’arte contemporanea italiana nel mondo, promosso dalla Direzione generale creatività contemporanea (DGCC) del Mibact, Stefano Boccalini espone, fino al 26 giugno, il progetto La ragione delle mani (in foto, Gurfa e Ubuntu, 2020), alla Maison Tavel Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra. http://institutions.ville-geneve.ch/fr/ mah/preparer-sa-visite/lieux/maison-tavel

ROMA CITTÀ APERTA

ROMA

Fino al 31 dicembre il progetto Roma città aperta apre le porte gratuitamente, su prenotazione, degli studi di oltre cento fra artiste (in foto, still da video-documentario su Elena Bellantoni) e artisti attivi nella capitale, in collaborazione con associazioni di quartiere e municipi. L’evocazione del celebre film di Rossellini indica il rapporto tra il passato, quando si ricostruì l’Italia dopo la Liberazione, e il presente che riprogetta il futuro del paese. Info: romacittaaperta.com; prenotazioni: rca@nomasfoundation.com.

ARCHIVIO DIGITALIZZATO AL PECCI

PRATO

Il Centro Pecci per l’arte contemporanea sta per concludere la digitalizzazione dell’archivio video: oltre trent’anni di prolifica attività, a partire dalla sua fondazione, documentati da interviste, backstage, immagini di mostre (in foto, frame di Senritsumirai futuro anteriore. Arte attuale dal Giappone, 2001-2002, di Theo Eshetu), concerti, incontri. Critici, artisti, intellettuali si raccontano e dialogano con le arti contemporanee: la digitalizzazione, intensificata dal palinsesto online “Centro Pecci Extra”, è visibile nella Web Tv (centropecci.it/it/webtv) creata dal museo nel 2016. Info: www.centropecci.it

ART E DOSSIER N. 388
ART E DOSSIER N. 388
GIUGNO 2021
In questo numero: LEGAMI Renzo Piano e Gillo Dorfles. Mary Cassatt e Louisine Havemeyr. PRIME TRACCE DI MONDI NUOVI: Due mappe del Rinascimento. IN MOSTRA: Ionda a Firenze; Samorì a Bologna; Arte americana a Firenze; Schmidt a Parigi; Casa Balla a Roma; Odori all'Aja.Direttore: Claudio Pescio